A volte noi adulti agiamo e parliamo davanti ai bambini, pensando “tanto sono piccoli, non capiscono”; quasi non ci curiamo della loro presenza e non ne riconosciamo le competenze e capacità. Ma i bambini ci vedono molto bene: ci vedono con gli occhi, ci vedono con le orecchie, …
Sicuramente la capacità di comprensione di un bambino è limitata rispetto a quella di un adulto: un bambino in età prescolare (fino ai 5/6 anni) può non capire l’ironia, il significato simbolico e figurato delle parole; prevale una comprensione più semplice e lineare, legata al significato letterale delle frasi.
E il canale attraverso cui i bambini capiscono maggiormente è quello visivo: osservano i genitori e poi ne imitano i gesti, le parole, le reazioni emotive, gli atteggiamenti.
Un bambino riproduce fedelmente quello che gli adulti significativi fanno e dicono, perché ritiene che sia sicuramente “giusto” e “corretto” comportarsi in quel modo; un comportamento imitato lo avvicina ancora di più al modello che ha davanti e a cui vuole assomigliare… chi non ha sentito bambini – se non addirittura se stessi da piccoli – pronunciare la frase “voglio essere come il mio papà / la mia mamma”.
Se un bambino vede un genitore buttare una lattina per terra penserà che sia normale farlo; se lo vede urlare, imprecare e gesticolare contro gli altri – siano adulti o bambini – tenderà a farlo anche lui. Quindi, una buona parte dell’educazione ai figli passa attraverso quello che vedono.
Per un bambino imparare per imitazione è immediato e semplice; l’apprendimento avviene sul piano del “come si fa”, mentre il significato non sempre è comprensibile e si può perdere la componente relazionale dei comportamenti (prospettiva dell’altro). Ne consegue che i bambini possono ritrovarsi con un bagaglio di modalità comportamentali, che ripetono senza avere ben chiaro il senso di cosa stanno facendo e delle eventuali conseguenze sugli altri e sul mondo circostante.
Come adulti abbiamo una grande responsabilità. Ogni nostra azione insegna qualcosa ai bambini; non possiamo pensare di educare i nostri figli a tenere alcuni comportamenti se non siamo noi stessi i primi a metterli in pratica: le parole contano poco se non sono accompagnate da azioni coerenti!
Dobbiamo essere degli adulti consapevoli e responsabili. “CONSAPEVOLI” dei nostri comportamenti e atteggiamenti, di quelli che possono essere inadeguati e non coerenti con quello che trasmettiamo a parole; prima di rimproverare nostro figlio o allarmarci per un suo comportamento, la domanda da porsi è “come ci stiamo comportando noi?”. “RESPONSABILI” perché il primo messaggio educativo – e il più importante – passa attraverso la nostra persona!
Cerchiamo di essere un esempio “positivo” e “sano” per quelli che presto saranno gli adulti di domani. E prendiamoci un tempo e uno spazio con i nostri bambini, per parlare e dare un senso ai comportamenti imitati.